La morte nella propaganda domenicana : le tombe cardinalizie ed i Predicatori lionesi nel Duecento - Archive ouverte HAL Accéder directement au contenu
Article Dans Une Revue Memorie Domenicane Année : 2012

La morte nella propaganda domenicana : le tombe cardinalizie ed i Predicatori lionesi nel Duecento

Résumé

Fin dalle sue origini, l'Ordine dei Predicatori ha sviluppato l'arte della comunicazione, sia attraverso l'iconografia sia attraverso le prediche, e ciò particolarmente nel Duecento, quando l'Ordine è contestato e deve ancora consolidare la propria coerenza interna 1. Malgrado l'opposizione del clero se-colare, i frati vedono gradualmente accettate dal pontefice le proprie rivendi-cazioni sulla cura animarum; il tema della morte diventa quindi centrale nella loro azione presso i fedeli 2. L'accettazione delle tombe all'interno delle loro chiese, tuttavia, pone problemi di vario tipo, innanzitutto perché la presenza di monumenti funerari è contraria alle regole di austerità e, inoltre, perché il clero parrocchiale tollera male la perdita dei guadagni sui diritti di sepoltura 3. Sul soggetto della morte nella comunicazione domenicana l'esempio di Lione è particolarmente significativo, poiché riguarda sia l'attitudine dell'Or-dine verso l'arte funeraria, sia l'uso del tema del decesso nelle cronache. Tre cardinali sono stati sepolti nella chiesa domenicana lionese durante il Due-cento. Se per i prelati la scelta di essere sepolti dai Domenicani è usuale, la ric-chezza e la diversità delle fonti sono però eccezionali: mettono in luce come le tombe cardinalizie facciano parte di una propaganda mirata a costruire l’im-magine dell’Ordine sia nei testi che nello spazio della chiesa4.Le tombe cardinalizie sono tanto più importanti in quanto manifestano il sostegno degli alti livelli della gerarchia ecclesiastica nel difficile contesto, per i Mendicanti, del primo concilio di Lione5. Riunito da Innocenzo IV nei mesi di giugno e luglio 1245, tale concilio ha come primo obiettivo la con-danna di Federico II. Le sessioni durano un mese, ma il soggiorno della curia papale è molto più lungo: Innocenzo IV giunge a Lione nel dicembre 1244 e riparte in Italia solo nell’aprile 1251. Lione è per più di sei anni un luogo di intensa circolazione, che accoglie i religiosi e i sovrani laici venuti ad in-contrare il papa. Durante il concilio, gli Ordini mendicanti e i loro partigiani devono far fronte agli attacchi del clero secolare, che difende il proprio mo-nopolio sull’attività pastorale e sull’università. Il ruolo dei Domenicani e dei Francescani (in particolare del cardinale Ugo di San Caro) – nelle discussioni è centrale.
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Citer

Haude Morvan. La morte nella propaganda domenicana : le tombe cardinalizie ed i Predicatori lionesi nel Duecento. Memorie Domenicane , 2012, 42, pp.577-592. ⟨hal-01792407⟩
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