Sulle tombe a camera ipogea con volta a botte della necropoli di Cuma
Résumé
Tra il II e il I sec. a.C., il paesaggio funerario a nord della città è caratterizzato della presenza di imponenti tombe a camera con volte a botte. Si tratta di monumenti funerari semi-ipogei costruiti in blocchi di tufo messi in opera senza malta. Presentano una facciata monumentale e una grande camera ipogeica predisposta per accogliere diverse inumazioni. Vi si accedeva mediante un dròmos e alcuni di essi erano segnalati in superficie da stele o cippi iscritti in lingua osca.
L’apparato decorativo delle camere è alquanto sobrio e le pareti sono intonacate di bianco e/o di rosso. Fanno eccezione tre tombe, che invece conservano all’interno una decorazione pittorica più articolata. La suppellettile funeraria è omogenea e suggestivi sono i confronti con le necropoli di Ancona, di Taranto e con alcuni contesti della Daunia.
Numerosi sono gli aspetti tecnico-costruttivi che accumunano gli ipogei cumani con il tipo di tomba cosiddetto macedone documentato in Macedonia dopo la metà del IV sec. a.C. e ampiamente diffuso nelle necropoli ellenistiche dell’Italia meridionale e centrale.
È nostra intenzione aggiungere a un dossier già ricco e ampiamente discusso, nuovi elementi sulle caratteristiche architettoniche, l’inquadramento cronologico e il significato ideologico che questo modello tombale, “di tipo macedone”, assume presso le grandi famiglie cumane d’origine italica in un momento in cui la città si è affacciata da tempo sul mondo romano.
Domaines
Archéologie et Préhistoire
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